Solo una tazza di tè

Pubblicato il da marinabisogno

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La letteratura è la strada maestra per provare a descrivere la vita. “Una tazza di tè di Katherine Mansfield, scrittrice neozelandese dei primi anni del Novecento, racconta un episodio senza tempo, frutto del genio letterario dell’autrice. A leggerlo e rileggerlo, potremmo scorgerne la grandezza e l’attualità.

Rosemary Fell è una donna bella e ricca: una vera dama. I negozianti le fanno festa ogni volta che la vedono. Una persona sognante, viziata, abituata ad ottenere tutto ciò che desidera.

 

Un pomeriggio, una ragazza ricoperta di stracci le si avvicina per elemosinare qualche spicciolo. Non anela altro che una tazza di tè e un pezzo di pane.

 

Rosemary decide di invitarla a casa. Il risvolto di quell’azione insensata l’alletta: amici e parenti le chiederanno di certo dove abbia pescato la trovatella. Lei risponderà solo che non ha potuto evitare di aiutarla. La voglia di vivere una serata romanzesca l’acceca tanto da non farle desiderare altro che soccorrere la giovane. La poverina resta di sasso ma accetta l’offerta, tra la paura e il desiderio di sfamarsi, di bere solo una benedetta tazza di tè. Tè speziato e fumante, tè per le damine di tutti i tempi.

 

Nel frattempo, Rosemary stilla parole dolci e accomodanti, fino al ritorno di Philip, suo marito. Lui è sorpreso della presenza della ragazza. Intuisce che deve trattarsi di una trovata di sua moglie e chiede di parlarle. L’atteggiamento di Rosemary cambia di colpo: basta un commento dell’uomo sulla bellezza dell’ospite per farla ingelosire. Così, senza indugi, allontana la ragazza.  E quando Philip  le chiede se la malcapitata cenerà con loro, Rosemary gli racconta che è dovuta andar via e che ha accettato in dono del denaro.

 

Non c’era altro prezzo che Rosemary volesse pagare, non c’era altra donna che Philip dovesse apprezzare.

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