Laureati disoccupati, un social per denuncia

Pubblicato il da marinabisogno

Laureati-disoccupati-copia-1.jpg“Laureati disoccupati” è una pagina Facebook. Fin qui niente di nuovo, se non fosse che dietro la pagina vive un progetto per l’aggregazione e la libera circolazione di notizie sul mondo del lavoro. Agata Marianna Giannino è una ragazza campana, laureata, che stufa di curriculum al vento, di offerte di lavoro improponibili e di uno stato d’animo insopportabile, ha deciso di curare uno spazio virtuale per calamitare idee, progetti e proposte interessanti. “A napoli si dice aiutate, ca Dio t’aiuta. E così ho fatto. Dopo giornate intere ad inviare cv senza nessun riscontro, sentivo la frustrazione crescere alle stelle. Per carattere non sono arrendevole, e allora ho pensato di arginare il problema con la creazione di uno spazio di confronto per quanti si trovavano, e si trovano, nella mia stessa situazione. Scherzando, scherzando ho capito che la popolarità e l’immediatezza di Facebook potevano favorire la gestione di una community tutta incentrata su lavoro, occupazione e progettualità. I giovani sembrano essersi specializzati in disoccupazione, e onestamente ne ho piene le tasche. Filtrare e far circolare le dritte giuste è il primo passo per un mercato del lavoro consapevole. Ecco, consapevolezza. A questo miro. Mi rendo conto che può sembrare audace, ma non escludo che dal confronto on line fiorisca un progetto più strutturato” racconta Marianna. Con lei, da dietro le quinte, opera un nutrito gruppo di amici e conoscenti, che nel tempo libero seleziona bandi, concorsi e offerte. “Eppure-continua Marianna-c’è un aspetto che mi scoraggia. Un giorno ho provato ad alimentare il dibattito con la pubblicazione di una lettera di una precaria, Susy. I lettori hanno reagito consigliando alla ragazza di andare via dal Belpaese, e la maggior parte erano genitori. Il dato deprimente è che spesso dimentichiamo che un Paese non è altro che il suo popolo. Non capisco perché in Italia stentiamo ad assumerci le nostre responsabilità, accollando sempre la colpa del disastro a qualcun altro. È sempre colpa dei politici, del mercato, dell’Euro e la lista potrebbe continuare. Eppure, non siamo noi che votiamo? Il mercato non lo fa, forse, chi vi opera?”. E intanto il j’accuse virtuale spopola, e non solo su Facebook.

 

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