Quando la letteratura è una scelta di vita

Pubblicato il da marinabisogno

perkins-lagovernante.jpgIl sito è la carta di presentazione di ogni azienda, anche di una casa editrice. Quello di  Astoria edizioni mi è piaciuto subito: semplice ma ben rifinito.

 

Ogni immagine è un irrinunciabile dettaglio. Il layout evoca la linea editoriale e la descrive, tra il moderno e il retrò. Il bianco e il nero, alternati ai colori , creano un gioco di luci e di ombre: un percorso di forme, fino alle cover delle copertine ed ai miniritratti degli autori.

 

La redazione punta su poche pubblicazioni all’anno, libri di autori (autrici per la maggior parte) dimenticati, provenienti da ogni dove e tradotti per restituirli alla memoria dei lettori. La ricerca dell’umanità muove le scelte, animate dal desiderio di leggerezza e d’ironia.

 

Monica Randi è la direttrice di Astoria: maestra dell’editoria, ha lavorato anche per Feltrinelli e il Saggiatore, trascorrendo ore ed ore dietro la scrivania, fino alla creazione della sua realtà editoriale. A me ha raccontato, per quanto possibile via email, questo sogno, che con una buona dose di senso pratico è diventato realtà.

 

 

Astoria è nata dalle idee e dai progetti di un gruppo di donne in un albergo  di Francoforte. Quanti anni sono passati da allora? Credeva che avrebbe fondato una casa editrice?

 

Non è propriamente così. All’hotel Astoria mi sono trovata per anni con delle colleghe/amiche straniere  con cui ci scambiavamo degli appunti sulla Fiera di Francoforte  (cos’hai letto? vale la pena? hai sentito parlare di questo o quel libro?). Gli incontri sono durati forse 8 anni, non ricordo bene, e nel frattempo quello che era iniziato come un rapporto di lavoro si trasformò in amicizia. La tipica amicizia femminile che coniuga efficienza, affetto e aiuto reciproco. Così, quando ho dovuto pensare al nome della casa editrice, ho pensato che, per me, niente  di meglio di Astoria poteva rappresentare ciò che volevo fare.

 

Navigare sul sito di Astoria, linkando da una sezione all’altra, è come entrare in una stanza dei segreti, sfogliare un album fotografico e ritrovare un pezzo di sé. La linea editoriale ha un taglio preciso, giusto?

 

Indubbiamente la linea editoriale di Astoria è molto precisa. Ho seguito fin dall’inizio alcune linee guida: ci sono moltissime case editrici, quindi per farsi riconoscere bisogna essere identificabili. Dopo un paio di decenni passati nel mondo meraviglioso della narrativa straniera contemporanea, quello che a un certo punto mi è parso sempre più faticoso (e noioso) era l’insistenza contemporanea sul “disastro”, declinato nei modi che conosciamo: violenza, abusi, incesti, famiglie disfunzionali descritte in modo drammatico, rapporti umani e sociali riprodotti sempre in modo fortemente tragico. E mi è venuta la curiosità di scoprire se ci fossero degli scrittori in grado di rappresentare la medesima complicata realtà in modo più leggero, con un tocco d’ironia. Ho scoperto le scrittrici del passato, ovviamente in gran parte britanniche, ma non solo, che  riuscivano a parlare delle difficoltà del loro mondo – non poi così diverso dal nostro – in modo assai dissimile. E a seguire ho scoperto che la gran parte di loro era stata pubblicata in Italia anni addietro ma non lo erano più, e alcune non erano mai state pubblicate. Come mai , a parità di valore dei loro colleghi maschi, così tante scrittrici erano irrecuperabili?

 

9788896919224.jpgTra gli autori pubblicati compare a sorpresa anche David Nobbs. Ci spiega perché?

 

Non amo i ghetti, di nessun tipo. E a maggior ragione non ne voglio creare. Nobbs ha scritto un romanzo che risponde a ciò che cerco, non era mai stato pubblicato in Italia: e allora, non farlo solo perché è un maschio?

 

Perché è importante dare voce alle donne e agli uomini amici delle donne secondo lei?

 

Non credo che si debba dar voce alle donne in quanto donne. Credo piuttosto che le scrittrici siano da sempre sottovalutate, nel senso che tranne rare eccezioni, di solito si pensa che scrivano libri di donne per donne, con tutto il disprezzo implicito in questa affermazione. Credo che molte scrittrici, invece, abbiano saputo coniugare intelligenza, cultura, ironia e leggerezza creando romanzi sopraffini. Alcuni scrittori riescono a fare altrettanto, non molti. Non si tratta di essere amici delle donne, bensì di avere un certo tipo di sensibilità nei confronti del mondo che si vuole rappresentare.


Qual è la soddisfazione maggiore del suo lavoro? e la più grossa fatica?

 

L’aspetto più affascinante di questo mio lavoro è la ricerca. Quando ci si occupa di narrativa contemporanea, si è subissati dalle novità in arrivo, difficilmente si può decidere cosa leggere, bisogna seguire la logica del mercato e dei suoi tempi. Avendo deciso di scoprire delle scrittrici, posso permettermi di seguire i percorsi più diversi, seguendo sollecitazioni date da un libro, da un riferimento. E quando scopro qualcuno per me nuovo, è semplicemente fantastico. L’aspetto più faticoso è cercare di stare dietro a tutto. Ma, come dice una mia amica americana, hai voluto la bicicletta?

 

 

 

Con tag articoli

Per essere informato degli ultimi articoli, iscriviti:
Commenta il post
V
Scusami se intervengo in maniera non pertinente: se passi sul mio blog c'è un premio per te. :)
Rispondi